Cosa fare quando il datore non paga la cessione del quinto?
data di pubblicazione:
11 gennaio 2019
ultimo aggiornamento:
30 ottobre 2020
Tra i vari motivi che spingono un lavoratore a preferire la cessione del quinto rispetto ad altre tipologie di finanziamento vi è la semplicità dell’operazione: una volta sottoscritto il contratto non è più necessario pensare a niente, visto che l’obbligo di rimborso ricade direttamente sul datore di lavoro. Ma cosa succede alla cessione del quinto in caso di inadempimento del datore di lavoro?
Nel momento in cui un lavoratore dipendente sottoscrive un contratto di cessione del quinto sorgono in capo al suo datore di lavoro una serie di obblighi:
controllare che la rata proposta non ecceda il limite del 20 per cento dello stipendio al netto di eventuali componenti variabili quali straordinari, assegni familiari e altro;
trattenere l’ammontare della rata prevista dalla busta paga del lavoratore;
versare l’ammontare alla banca o alla società finanziaria che ha erogato il prestito;
rilasciare al lavoratore una certificazione che attesti l’avvenuto pagamento.
Può comunque accadere che per diversi motivi si verifichi un inadempimento del datore di lavoro in merito al pagamento della cessione del quinto. In poche parole il datore di lavoro effettua la trattenuta sulla busta paga del dipendente, senza però versare la somma dovuto alla banca o alla finanziaria che ha concesso il prestito dietro cessione del quinto.
Nell’ipotesi in cui il datore di lavoro provvede a effettuare la trattenuta della rata di cessione del quinto sulla busta paga del dipendente senza però disporre il pagamento nei confronti della banca o della società finanziaria, è fondamentale che il lavoratore chiarisca all’ente erogatore la propria posizione, inviando le buste paga con l’evidenza delle trattenute, per dimostrare che il mancato pagamento non è a lui imputabile. In questo modo è possibile dimostrare, anche in sede di eventuale giudizio, che la responsabilità per la cessione del quinto non pagata è del datore di lavoro. A quel punto saranno la banca o la finanziaria a doversi attivare nei confronti di quest’ultimo per ottenere le somme mancanti, senza nessun pregiudizio per il lavoratore.